Croce orbicolare inclinata
Una delle scoperte più enigmatiche fra le simbologie templari della Lunigiana Storica è la Croce Orbicolare inclinata. Quando fu rinvenuta la prima di queste croci inclinate nel paesino di Torsana, sulla antica via che portava al Passo dell’Ospedalaccio, sembrava trattarsi di un reimpiego mal posizionato, a seguito di un intervento di damnatio memoriae. Il luogo era però molto interessante, in quanto valico già utilizzato nella preistoria e nella protostoria, tanto da avere anche la toponomastica antica, di origine celtica, di Cento Croci, derivante da ken cruach, cioè passaggio in alto fra i massi, o in basso fra gli scogli. La radice celtica è credibile in quanto in Lunigiana esistono altri due analoghi toponimi, il Passo di Cento Croci di Val di Vara e l’antico approdo di Cento Croci nel seno di Pertusola (Golfo della Spezia) ove esisteva la Stazione Navale dei Templari detta di Fenoclaria, di cui alla pergamena dell’Archivio di Stato di Pisa del 28 gennaio 1255. In detta pergamena si legge di una convocazione di tutti i responsabili delle Stazioni Navali del Tempio, da parte del Maestro Generale Fra Dalmazio da Fenoclaria, per una questione relativa alla scomparsa di arredi sacri in argento, al momento di mettere in disarmo le galere (la navigazione terminava con la Madonna dell’Assunta, cioè la festività di Mezzo Agosto).
Oggi il passo stradale è denominato Passo del Cerretto e mette in comunicazione la Lunigiana con l’Emilia. Il posizionamento non è lo stesso del vecchio passo, perché il versante ove esisteva l’ospitale templare di San Leonardo è stato distrutto da una paleo frana. Nelle vecchie carte la valle che porta dal Passo del Cerretto verso Reggio Emilia, attraverso la Strada Statale n° 63, è denominata Valle dei Cavalieri. Di questa strana croce, definita nel libro “Lunigiana terra di Templari” come croce a zampa, essendo in rilievo e non contornata dal cerchio, non se ne è più fatto cenno fino a quando è stata trovata una croce patente inclinata, di ottima fattura, e ancora posizionata nell’architrave di una porta di un edificio di civile abitazione, nell’abitato di Bertogna, in comune di Pignone (Val di Vara) sito questo ricco di ritrovamenti di simbologie templari. In quelle poche antiche case esisteva un’altra simbologia molto interessante, purtroppo asportata, raffigurante due cavalieri scolpiti a mezzo busto, immagine ormai leggibile soltanto alla pagina 40 del libro “Portus Lunae” di Giordano Serafin, edito a Lucca nel 1974 da Pacini Editore. Il ritrovamento del secondo tipo di croce, analogamente inclinata, induceva a pensare che vi fosse una volontà di rappresentare questa anomalia come non casuale, ma come traccia di un qualche enigmatico valore. Continuando le ricerche è stato possibile trovare una terza croce orbicolare inclinata (nella foto in alto) in un antico caseggiato posto ad un bivio della strada che da Bracelli porta a Corvara ed a Pignone (Val di Vara). Questa zona è molto interessante perché vi si nota la coppia toponomastica Pignone-Corvara, che si rinviene per ben due volte nell’Alta Corsica (Pigna - Corbara) territorio che veniva percorso dai Templari che dalle Baleari e dalla Spagna navigavano fino alla costa occidentale dell’isola, proseguivano via terra superando le alture e si reimbarcavano nei porti della costa orientale per raggiungere i porti della nostra penisola. Lungo questi itinerari si trovano infatti due bellissime chiese ricche di simbologie templari, Murato ed Aregno. La via di Murato proveniva dal porto di St. Florent ed era diretta alla cattedrale pisana della costa detta la Canonica, mentre la via di Aregno proveniva dal porto di Ile-Rousse. La significatività di questa toponomastica va ricercata nel concetto matematico, ma anche esoterico, sotteso nella figura della pigna del Pino Domestico (Pinus Pinea L.) che evolve da una doppia spirale levogira e destrogira (secondo la serie numerica di Fibonacci) e che nel contempo contiene il principio dell’unione di piccole scaglie che formano un oggetto duro e forte, ma anche fecondo di nuova vita con l’emissione dei pinoli. Si può pensare che molto probabilmente questa toponomastica sia dovuta ad influenze templari. Si noti come anche nel paese di Pigna (Liguria occidentale) esistano simbologie templari. Trovata quindi la terza prova circa la “non casualità” di questo tipo di croce, presente al momento soltanto nella Lunigiana Storica, era necessario comprenderne il significato profondo. Il tema dell’angolo era già emerso nel petroglifo della Via Sacra preistorica che da Treschietto (Val di Magra) porta al Passo del Vescovo (Appennino Tosco-emiliano) oggi segnato come Sentiero 118 CAI. Il petroglifo, analizzato dal prof. Roberto Chiari dell’Università di Parma, fu presentato al Valcamonica Symposium del 1996 e pubblicato nel Bollettino del Centro Camuno di Studi Preistorici n° 29/1996. Il petroglifo si ritrova eguale in India, nel sito sacro di Vijaianagar (Distretto di Hampi) e contiene la losanga, due tridenti (il simbolo di Shiwa) la verga da rabdomante a rotazione verticale, il templum, cioè lo spazio sacro suddiviso in quattro parti secondo i punti cardinali e l’enigmatico angolo. Continuando le ricerche lungo il sentiero sacro sono emersi due altri angoli, uno inciso isolato, ed un altro inciso in un petroglifo rappresentante uno shamano, o capo pastore, con il bastone ricurvo, sotto la apparente tunica. Tutto ciò non aiutava a comprendere il significato dell’angolo, anche se in quest’ultima immagine, considerata la presenza nel sentiero della verga da rabdomante a rotazione verticale, si poteva eventualmente riconoscervi l’angolo con cui la rete di Hartman interseca la rete di Curry, argomento questo attinente i rabdomanti e le interazioni geomasse/biomasse. La ricerca veniva successivamente arricchitasi con un altro petroglifo rinvenuto nelle sponde del Lago Titicaca, comprendente due figure ravvicinate, il triplice cerchio concentrico e l’angolo rappresentato con doppie linee parallele. La simbologia dell’angolo portava quindi a spaziare fra due continenti, l’India e l’America meridionale, rendendo la ricerca ancora più complicata, ma nel contempo estendibile a significati astronomici o geografici universali, ripresi molto probabilmente anche dai Templari. Ciò portava ad escludere il ricorso all’angolo determinato dalla teologia orientale del capo di Gesù reclinato sulla croce, che aveva dato luogo alle rare chiese a due navate, di cui una più corta, presenti nella Liguria orientale, introdotte dai monaci dall’isola di Tiro (Libano) da cui poi è derivato il nome dell’isola del Tino nel golfo della Spezia. Questi monaci erano stati chiamati dal Vescovo di Roma a tenera aperta la via che da Porto Venere, porto delegato a sostituire quello romano di Luni, ormai interrato, conduceva alle Gallie Cisalpina e Transalpina e al resto dell’Europa. Fra le ipotesi possibili relative all’angolo ne emergeva una nuova, inattesa perché prima non concepibile. Trattasi di quella relativa alla conoscenza della precessione degli equinozi, suffragata recentemente dal ritrovamento di centinaia di buche di pali diversamente orientati in territorio di Trinitapoli, studiati dalla Soprintendente della Puglia dottoressa Anna Maria Tunzi Sisto. Questo ritrovamento, e le successive analisi archeoastronomiche, sono stati oggetto del Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia, tenutosi al Parco degli Ipogei di Trinitapoli nell’ottobre 2010. Il fatto che nei bronzi arseniosi della Cultura La Aguada si ritrovino la croce orbicolare retta e la croce orbicolare inclinate permette di aggiungere al valore geografico-astronomico anche un significato più esoterico, trasmesso da shamani o sacerdoti di religioni dell’America meridionale ai Templari, i quali avrebbero poi introdotte queste croci inclinate nelle simbologie della Lunigiana. Questo valore aggiunto diviene ipotizzabile con la presa d’atto che l’angolo del petroglifo del Lago Titicaca è affiancato alla triplice cinta, che in questo caso non va interpretata come simbologia degli Ordini di Perfezione del Cristianesimo, ma come memoria del mito di Atlantide. La possibile soluzione della natura profonda di questa complessa simbologia della croce inclinata può trovarsi indicata nel libro a titolo “La Via degli Immortali – come ritrovare la via dell’immortalità”, edizioni Melchisedek, avente come autrice Devana, ricercatrice che ha studiato a fondo il sacro nell’America meridionale. L’autrice presenta il significato mistico della chakana, o “Croce Andina” che è costituita da un quadrato che porta inscritto un cerchio, sovrapposto ad una croce con braccia eguali. Ciò contiene il principio della compensazione-corrispondenza fra il maschile-quadrato e il femminile-circolare. Questa prima mitologia dei due creatori-principi iniziali, che escono dal Lago Titicaca e danno origine agli uomini e alle donne, non fornirebbe tuttavia la soluzione dell’esistenza delle croci inclinate. L’autrice spiega però che la chakana mostra due diagonali, una inclinata di 45°, che unisce i due angoli opposti del quadrato, e l’altra, che risulta inclinata di 22° 30’, che unisce i due angoli opposti della croce che emerge dal quadrato, superiormente ed inferiormente ad esso. Questa seconda diagonale, indicata come Grande Diagonale, rappresenta nella cultura andina il Cammino della Verità, ed è anche considerata la zona di contatto fra i due principi, quello maschile e quello femminile. L’angolo di 22° 30’ sarebbe stato l’angolo iniziale della rotazione della Terra attorno al proprio asse e sarebbe l’angolo ottimale per la vita sulla Terra, perché permette lo sviluppo di quella che oggi chiamiamo bio-diversità. Da questa considerazione deriverebbe anche l’appellativo di Via della Vita, dato a questa diagonale. Questa spiegazione sembra risolvere tutta la serie di quesiti connessi con l’angolo di inclinazione della croce templare, per lo meno per quanto riguarda il ponte culturale creatosi fra l’America meridionale e la Lunigiana, a seguito dei viaggi compiuti dai Templari in Patagonia, per approvvigionarsi di argento. L’angolo del Lago Titicaca sarebbe il sigillo di questa spiritualità andina, trasferita ai Templari. Rimane aperto il problema dei diversi angoli del Sentiero 118 CAI, esistenti in Val di Magra nel territorio del Comune di Bagnone (Massa). Per poterli assimilare semanticamente a quelli della cultura andina bisognerebbe ipotizzare che una cultura iniziale unitaria, comune a tutte le popolazioni dei vari continenti, avesse diffuso questi concetti elevati in tutta la Terra, come patrimonio universale dei primi uomini. Molti ritengono che ciò sia stato possibile. Vero ciò, ne scaturirebbe una amara amara riflessione sulla natura degli uomini della nostra epoca, indegni di vivere Gaia.
Oggi il passo stradale è denominato Passo del Cerretto e mette in comunicazione la Lunigiana con l’Emilia. Il posizionamento non è lo stesso del vecchio passo, perché il versante ove esisteva l’ospitale templare di San Leonardo è stato distrutto da una paleo frana. Nelle vecchie carte la valle che porta dal Passo del Cerretto verso Reggio Emilia, attraverso la Strada Statale n° 63, è denominata Valle dei Cavalieri. Di questa strana croce, definita nel libro “Lunigiana terra di Templari” come croce a zampa, essendo in rilievo e non contornata dal cerchio, non se ne è più fatto cenno fino a quando è stata trovata una croce patente inclinata, di ottima fattura, e ancora posizionata nell’architrave di una porta di un edificio di civile abitazione, nell’abitato di Bertogna, in comune di Pignone (Val di Vara) sito questo ricco di ritrovamenti di simbologie templari. In quelle poche antiche case esisteva un’altra simbologia molto interessante, purtroppo asportata, raffigurante due cavalieri scolpiti a mezzo busto, immagine ormai leggibile soltanto alla pagina 40 del libro “Portus Lunae” di Giordano Serafin, edito a Lucca nel 1974 da Pacini Editore. Il ritrovamento del secondo tipo di croce, analogamente inclinata, induceva a pensare che vi fosse una volontà di rappresentare questa anomalia come non casuale, ma come traccia di un qualche enigmatico valore. Continuando le ricerche è stato possibile trovare una terza croce orbicolare inclinata (nella foto in alto) in un antico caseggiato posto ad un bivio della strada che da Bracelli porta a Corvara ed a Pignone (Val di Vara). Questa zona è molto interessante perché vi si nota la coppia toponomastica Pignone-Corvara, che si rinviene per ben due volte nell’Alta Corsica (Pigna - Corbara) territorio che veniva percorso dai Templari che dalle Baleari e dalla Spagna navigavano fino alla costa occidentale dell’isola, proseguivano via terra superando le alture e si reimbarcavano nei porti della costa orientale per raggiungere i porti della nostra penisola. Lungo questi itinerari si trovano infatti due bellissime chiese ricche di simbologie templari, Murato ed Aregno. La via di Murato proveniva dal porto di St. Florent ed era diretta alla cattedrale pisana della costa detta la Canonica, mentre la via di Aregno proveniva dal porto di Ile-Rousse. La significatività di questa toponomastica va ricercata nel concetto matematico, ma anche esoterico, sotteso nella figura della pigna del Pino Domestico (Pinus Pinea L.) che evolve da una doppia spirale levogira e destrogira (secondo la serie numerica di Fibonacci) e che nel contempo contiene il principio dell’unione di piccole scaglie che formano un oggetto duro e forte, ma anche fecondo di nuova vita con l’emissione dei pinoli. Si può pensare che molto probabilmente questa toponomastica sia dovuta ad influenze templari. Si noti come anche nel paese di Pigna (Liguria occidentale) esistano simbologie templari. Trovata quindi la terza prova circa la “non casualità” di questo tipo di croce, presente al momento soltanto nella Lunigiana Storica, era necessario comprenderne il significato profondo. Il tema dell’angolo era già emerso nel petroglifo della Via Sacra preistorica che da Treschietto (Val di Magra) porta al Passo del Vescovo (Appennino Tosco-emiliano) oggi segnato come Sentiero 118 CAI. Il petroglifo, analizzato dal prof. Roberto Chiari dell’Università di Parma, fu presentato al Valcamonica Symposium del 1996 e pubblicato nel Bollettino del Centro Camuno di Studi Preistorici n° 29/1996. Il petroglifo si ritrova eguale in India, nel sito sacro di Vijaianagar (Distretto di Hampi) e contiene la losanga, due tridenti (il simbolo di Shiwa) la verga da rabdomante a rotazione verticale, il templum, cioè lo spazio sacro suddiviso in quattro parti secondo i punti cardinali e l’enigmatico angolo. Continuando le ricerche lungo il sentiero sacro sono emersi due altri angoli, uno inciso isolato, ed un altro inciso in un petroglifo rappresentante uno shamano, o capo pastore, con il bastone ricurvo, sotto la apparente tunica. Tutto ciò non aiutava a comprendere il significato dell’angolo, anche se in quest’ultima immagine, considerata la presenza nel sentiero della verga da rabdomante a rotazione verticale, si poteva eventualmente riconoscervi l’angolo con cui la rete di Hartman interseca la rete di Curry, argomento questo attinente i rabdomanti e le interazioni geomasse/biomasse. La ricerca veniva successivamente arricchitasi con un altro petroglifo rinvenuto nelle sponde del Lago Titicaca, comprendente due figure ravvicinate, il triplice cerchio concentrico e l’angolo rappresentato con doppie linee parallele. La simbologia dell’angolo portava quindi a spaziare fra due continenti, l’India e l’America meridionale, rendendo la ricerca ancora più complicata, ma nel contempo estendibile a significati astronomici o geografici universali, ripresi molto probabilmente anche dai Templari. Ciò portava ad escludere il ricorso all’angolo determinato dalla teologia orientale del capo di Gesù reclinato sulla croce, che aveva dato luogo alle rare chiese a due navate, di cui una più corta, presenti nella Liguria orientale, introdotte dai monaci dall’isola di Tiro (Libano) da cui poi è derivato il nome dell’isola del Tino nel golfo della Spezia. Questi monaci erano stati chiamati dal Vescovo di Roma a tenera aperta la via che da Porto Venere, porto delegato a sostituire quello romano di Luni, ormai interrato, conduceva alle Gallie Cisalpina e Transalpina e al resto dell’Europa. Fra le ipotesi possibili relative all’angolo ne emergeva una nuova, inattesa perché prima non concepibile. Trattasi di quella relativa alla conoscenza della precessione degli equinozi, suffragata recentemente dal ritrovamento di centinaia di buche di pali diversamente orientati in territorio di Trinitapoli, studiati dalla Soprintendente della Puglia dottoressa Anna Maria Tunzi Sisto. Questo ritrovamento, e le successive analisi archeoastronomiche, sono stati oggetto del Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia, tenutosi al Parco degli Ipogei di Trinitapoli nell’ottobre 2010. Il fatto che nei bronzi arseniosi della Cultura La Aguada si ritrovino la croce orbicolare retta e la croce orbicolare inclinate permette di aggiungere al valore geografico-astronomico anche un significato più esoterico, trasmesso da shamani o sacerdoti di religioni dell’America meridionale ai Templari, i quali avrebbero poi introdotte queste croci inclinate nelle simbologie della Lunigiana. Questo valore aggiunto diviene ipotizzabile con la presa d’atto che l’angolo del petroglifo del Lago Titicaca è affiancato alla triplice cinta, che in questo caso non va interpretata come simbologia degli Ordini di Perfezione del Cristianesimo, ma come memoria del mito di Atlantide. La possibile soluzione della natura profonda di questa complessa simbologia della croce inclinata può trovarsi indicata nel libro a titolo “La Via degli Immortali – come ritrovare la via dell’immortalità”, edizioni Melchisedek, avente come autrice Devana, ricercatrice che ha studiato a fondo il sacro nell’America meridionale. L’autrice presenta il significato mistico della chakana, o “Croce Andina” che è costituita da un quadrato che porta inscritto un cerchio, sovrapposto ad una croce con braccia eguali. Ciò contiene il principio della compensazione-corrispondenza fra il maschile-quadrato e il femminile-circolare. Questa prima mitologia dei due creatori-principi iniziali, che escono dal Lago Titicaca e danno origine agli uomini e alle donne, non fornirebbe tuttavia la soluzione dell’esistenza delle croci inclinate. L’autrice spiega però che la chakana mostra due diagonali, una inclinata di 45°, che unisce i due angoli opposti del quadrato, e l’altra, che risulta inclinata di 22° 30’, che unisce i due angoli opposti della croce che emerge dal quadrato, superiormente ed inferiormente ad esso. Questa seconda diagonale, indicata come Grande Diagonale, rappresenta nella cultura andina il Cammino della Verità, ed è anche considerata la zona di contatto fra i due principi, quello maschile e quello femminile. L’angolo di 22° 30’ sarebbe stato l’angolo iniziale della rotazione della Terra attorno al proprio asse e sarebbe l’angolo ottimale per la vita sulla Terra, perché permette lo sviluppo di quella che oggi chiamiamo bio-diversità. Da questa considerazione deriverebbe anche l’appellativo di Via della Vita, dato a questa diagonale. Questa spiegazione sembra risolvere tutta la serie di quesiti connessi con l’angolo di inclinazione della croce templare, per lo meno per quanto riguarda il ponte culturale creatosi fra l’America meridionale e la Lunigiana, a seguito dei viaggi compiuti dai Templari in Patagonia, per approvvigionarsi di argento. L’angolo del Lago Titicaca sarebbe il sigillo di questa spiritualità andina, trasferita ai Templari. Rimane aperto il problema dei diversi angoli del Sentiero 118 CAI, esistenti in Val di Magra nel territorio del Comune di Bagnone (Massa). Per poterli assimilare semanticamente a quelli della cultura andina bisognerebbe ipotizzare che una cultura iniziale unitaria, comune a tutte le popolazioni dei vari continenti, avesse diffuso questi concetti elevati in tutta la Terra, come patrimonio universale dei primi uomini. Molti ritengono che ciò sia stato possibile. Vero ciò, ne scaturirebbe una amara amara riflessione sulla natura degli uomini della nostra epoca, indegni di vivere Gaia.
Abbazia di Fossanova = croce potenziata mediante altre croci che la
attorniano. E' eccezionale trovare una croce templare inclinata, che denota
la conoscenza dell'inclinazione dell'asse terrestre. Un'altra croce templare
inclinata risulta deteriorata.
attorniano. E' eccezionale trovare una croce templare inclinata, che denota
la conoscenza dell'inclinazione dell'asse terrestre. Un'altra croce templare
inclinata risulta deteriorata.