In questa pagina sono riportate le immagini provenienti da quella che oggi è effettivamente considerata Lunigiana. Quella "storica" intendendo i tempi del governo dei Vescovi di Luni si espandeva invece fino al mare...
IMPORTANZA DEL CASTRUM DI PONZANELLO NEL MEDIOEVO, ATTRAVERSO GLI ATTI DEL CODICE PELAVICINO (Comune di Fosdinovo – Provincia di Massa).
Il castrum de Ponzanello (documento fredericiano del 1185) è citato decine e decine di volte nelle pergamene del Codice Pelavicino, il più importante documento contenente i diritti del vescovo-conte di Lunigiana. Situato sullo spartiacque, Ponzanello controllava l’itinerario che metteva in comunicazione la Val di Magra con la costa, e più precisamente con il porto di Avenza, che era uno dei due punti della gabella marittima del territorio vescovile (l’altro era nel porto di San Maurizio in Ameglia). Logico che in un così importante itinerario vi si rinvengano simboli templari. Il toponimo viene citato una prima volta in atto del 1151, attraverso una sottoscrizione testimoniale di un Baldicionis de Ponzanello; un altro teste di nome Dundeti di Ponzanello figura in atto del 1188 con cui il vescovo Pietro fa patti con i Signori di Erberia; nel 10 dicembre 1197, nella casa di Gondeti di Ponzanello, personaggio che doveva essere importante, il vescovo condona Marcellino di Ciserano e i suoi villani dagli obblighi gravosi cui erano sottoposti. Ancora in atto del 12 dicembre 1197, fatto sempre in casa di Gondeti di Ponzanello, vengono condonati Tebaldino, Enrichino, Guidolino e Gerardino di ciò che devono al vescovo. In atto del 1201 Nicolò, giudice del vescovo-conte Gualterio, definisce una lite fra gli uomini di Falcinello e Ponzanello; in atto del 1232, fatto nella torre del vescovo (in turre dom. ep. lun.), il vescovo Guglielmo da in affitto a Gerardino e Vivaldo di Ponzanello una terra posta in Niblono in loco dicto ala Carpena. In altro atto del 1232 figura come teste il sopradetto Aidante q. (quondam) Gondeti di Ponzanello, nella cui casa verranno fatti molti atti; nell’agosto dello stesso anno, in Ponzanello, il vescovo Guglielmo stipula due atti di locazione di terreni; in atto del 1233, fatto nel castello, vengono definiti i confini e gli statuti di Ponzanello. Nel 1234, agosto 24, il vescovo Guglielmo da in affitto a Peregrino di Apognana un casamento posto in Ponzanello, in burgo de Area ed un iugero di bosco in Nibiono. Nell’anno 1236, aprile 12, il vescovo Guglielmo investe Bonensegna di Villano di tutto il podere che Imelda sua moglie, e Domenico, padre di lei, avevano in Ponzanello.
Nell’anno 1237, gennaio 18, Parente di Pasqualino, castaldo del vescovo Guglielmo, da in locazione una terra ad Aidante di Ponzanello. Nell’anno 1239, dicembre 23, Bonalbergo, in Pisa, dichiara di aver visto le lettere di Federico II imperatore nelle quali questi promette di custodire le case e le torri di Vezzano, Ponzanello e Fosdinovo. Nell’anno 1253 figurano uomini di Ponzanello che stipulano contratti, ma soprattutto emerge l’indicazione della tenuta Fatorensi e della tenuta Bibolensi. Nell’ottobre dello stesso anno Aldobrandino di Vezzano permuta alcuni suoi vassalli col vescovo Guglielmo. L’atto è fatto nella casa di Aidante. Nell’anno 1254, 6 maggio, Saladino di Fosdinovo vende a Martino di Moneta per 7 lire imperiali un fitto di 3 staia. L’atto è fatto in Ponzanello, davanti la chiesa di San Martino. Nell’anno 1254, nel giorno 4 ottobre, il vescovo Gugliemo nomina suo procuratore il Canonico Giacomo di Santo Stefano per concedere a Nicolò Fiesco, dei conti di Lavagna, i castelli di Tivegna, Castiglione, Bracelli e il bosco di Padivarma. L’atto è fatto a Ponzanello, nella chiesa nuova. Importante notare che vi fu l’interessamento di papa Innocenzo IV, Sinibaldo della famiglia dei Fieschi, nato a Manarola (Cinque Terre) nel 1195, che morirà poco dopo, il 7 dicembre 1254, dopo essersi interessato di far passare anche Manarola dal dominio del vescovo-conte al dominio dei Fieschi. Nella stesso anno, nel giorno 22 del mese di ottobre, il vescovo Guglielmo loca a Rapallo una terra vineata nel distretto di Barbazano. L’atto è fatto nella chiesa di Ponzanello. Nell’anno 1255 si notano molti atti, per le seguenti finalità:
marzo 4 - Attolino di Bibola vende al vescovo Guglielmo 7/4 del frumento che soleva riscuotere in Ponzanello. L’atto è fatto nella casa di Aidante di Ponzanello;
marzo 5 – il vescovo Guglielmo da ad Aldobrandino di Vezzano 40 soldi imperiali che gli doveva ancora per la vendita di alcuni vassalli. L’atto è fatto in ecclesia nova de Ponzanello.
marzo 12 – Mercadante vende al vescovo Guglielmo una terra nelle pertinenze di Vezzano,
in loco dicto Prato, cum olivis. L’atto è fatto in Ponzanello nella casa di Aidante;
marzo 29 – vendita di tre staia di frumento al vescovo Guglielmo da parte di Gerardo
Frumento di Fosdinovo. L’atto è fatto nella chiesa nuova di Ponzanello.
aprile 15 – Vivaldetto di Caprigliola promette di pagare la metà di uno staio di frumento
per alcune terre avute in affitto dalla curia lunense in Ponzanello. L’atto viene fatto nella
casa di Aidante e teste è il prete Bonavita di Ponzanello;
maggio 16 – vendita di tre staia di frumento fatta dal notaio Monpellerio di Sarzana al
vescovo Guglielmo. L’atto è fatto nella chiesa nuova di Ponzanello
magggio 29 – Curso di Donnisa e Ferino di Vivaldo vendono al vescovo Guglielmo quanto hanno in Ponzanello, fra cui una casa posta in loco dicto Ara. L’atto risulta fatto nella canonica della chiesa, presente il prete Bonavita di Ponzanello.
settembre 9 – Il vescovo Guglielmo libera alcuni servi della gleba dal pagare i debiti contratti durante la loro prigionia. L’atto è fatto nella chiesa di Ponzanello;
settembre 19 – Ugolino di Ponzanello e Gaidifero di Falcinello vendono al vescovo Guglielmo quel che possiedono in Ponzanello. Nell’atto si leggono molti toponimi agricoli, quali Scara, Posticio (luogo con sorgente), Vechieta, Secalaro, Cafadio Baruzoli, Carbonara, Tapilionica, Fossa lupara, Alavalentina. L’atto è fatto davanti la chiesa di Ponzanello;
ottobre 25 – il vescovo Guglielmo conferma la locazione che aveva fatto Riccadonna di Sarzana a Fornario di Ponzanello. L’atto è fatto davanti la chiesa di Ponzanello e teste è Aidante di Ponzanello;
ottobre 26 – il vescovo Guglielmo da in affitto a Bordano di Bolano tutto il podere che un tempo era di Alamanno di Malliola. L’atto è fatto nella chiesa di Ponzanello;
ottobre 28 – Il vescovo Guglielmo da in affitto a Viviano di Ponzanello un casamento che è posto nel borgo di Ara. L’atto è stato fatto nella casa di Aidante di Ponzanello;
dicembre 4 – Venuto di Ramondino vende al vescovo Guglielmo quanto ha in Ponzanello.
In atto del 2 settembre 1256 Vivaldo di Bolano cede al vescovo una terra in Acquadolce di Bolano,
per riaverla in livello (contratto di affitto medioevale). L’atto è fatto nella chiesa di Ponzanello. Nello stesso mese, il giorno 21, avvengono altri due atti di cessione a livello, nella stessa chiesa di Ponzanello. In atto del 12 agosto 1257 si stipulano atti fra il vescovo Guglielmo, Guglielmo Mascardi e altri nobili di Vezzano su alcune relevaglie (atti per il riconoscimento dei confini dei terreni, dopo forti alluvioni che avevano stravolti i confini dei terreni prossimi al fiume Magra). L’atto è fatto nella chiesa di Ponzanello. In atto del gennaio 1259 il vescovo Guglielmo, nel palazzo vescovile di Ponzanello, loca a Parentino dei poderi, a vantaggio del Comune di Montebello, mentre in atto del 22 luglio 1259 investe i nobili Bianchi di Erberia di tutti i loro antichi feudi, ed in successivo atto del mese di agosto, fatto nella chiesa di Ponzanello, vengono aggiunti nuovi capitoli agli statuti di Ponzanello. In atto del 1260, redatto nella chiesa di Ponzanello, gli uomini di San Terenzo ai Monti giurano obbedienza a Duzio, rettore della loro chiesa; in atto del 1266 il vescovo Guglielmo concede agli uomini di Albiano di fondare un borgo nel luogo detto Groppo. L’atto risulta fatto nella chiesa di Ponzanello, dedicata a San Martino. Nel 1267 i giudici di Ponzanello giurano lo statuto ponendo le mani ad sancta dei evangelia. Questo atto risulta fatto presso la porta del castrum, vicino al muro sottostante il pubblico parlamento, cioè la grande loggia.
In atto del 1270, fatto a Lucca, vengono ascoltati molti testi circa i diritti della curia lunense nel castello di Marciaso. Viene citato anche un Palmerio di Ponzanello. In atto del 30 aprile 1271 Fiordalina nomina il marito Opecino suo procuratore per trattare alcune cessioni al vescovo
Guglielmo. In atto del maggio 1271 Opecino di Castiglione vende al vescovo Guglielmo tutto il fitto che sua moglie Fiordalina riscuoteva ogni anno a Ponzanello. Nel 1273 il vescovo Enrico fece
una inchiesta fra gli anziani per conoscere le consuetudini, gli obblighi, le giurisdizioni dei castaldi, degli scari e dei saltari della curia lunense, in particolare di Sarzana, del castrum di Sarzana, del territorio di Pulica, Fosdinovo, San Terenzo, Ponzanello, Falcinello e la Brina. Castaldi, scari e saltari sono capi-servizio medioevali. Il castaldo (dal longobardo gastald) è un amministratore temporaneo, civile o militare, poi anche il capo di una corporazione delle arti; lo scaro o scarione (dalla voce germanica schergen) è un capo di agenti armati, da cui in italiano lo sgherro e lo sbirro; i saltari sono guardie per vigilare nei prati, nei campi, nei vigneti, nei frutteti, nei boschi.
In atto del 1275 figurano gli eredi di Gerardino Ferretti di Ponzanello; in atto del febbraio 1279, il vescovo Enrico fa radunare gli uomini del castello della Brina nella chiesa di San Blasio, per eleggere i capitani. Nell’atto vengono citate le cernie, cioè la costituzione delle milizie paesane composte di fanti scelti. Il comune di Ponzanello vi figura per XII uomini.
Dagli suddetti si apprende con stupore e soddisfazione che sotto il governo del vescovo-conte, anche le donne di Lunigiana godevano dei diritti amministrativi!
RICERCHE IN ALTRE FONTI
Circa Ponzanello, Pier Maria Conti, nel suo libro “Luni nell’Alto Medioevo” cita il toponimo Orzali, posto poco a settentrione del castello. Geo Pistarino, nel suo libro “Le pievi della Diocesi di Luni”, cita Ponzanello (Ponçanello) fra i castelli che hanno il palatium domini episcopi, cioè Bolano, Caprigliola, Castelnuovo e Carrara. La cappella de Ponçanello figura nelle decime pro subsidio Rengni Cicilie (1296-1297) e anche nella seconda raccolta (1298-1301), ma solo come esistenza della struttura. Egli riporta anche che la chiesa di Ponzanello fu costruita o ricostruita intorno al 1255, mentre dagli atti suddetti si conosce che la chiesa nuova era già utilizzata nell’anno precedente, per redigere atti. San Martino di Ponzanello viene citata in quelle cappelle che hanno conseguito la cura d’anime nell’ambito della antica pieve di Luni. Nelle somme versate nelle varie raccolte (1276 – 1296-97 – 1298-99 – 1303) vengono riportati soldi 13 per la cappella di Ponzanello, così come per la cappella di Fosdinovo, soltanto nella raccolta del 1303.
Presso l’Archivio di Stato di Genova, entrando attraverso il portale Topographia, si possono trovare le scanerizzazioni di molte carte relative alle controversie sul Bosco della Faetta, che confina con i territori di Ponzanello, Bibola e Falcinello, e soprattutto alle controversie di confine fra il Serenissimo Senato di Genova e il Signor Marchese di Fosdinovo.
Nell’anno 1237, gennaio 18, Parente di Pasqualino, castaldo del vescovo Guglielmo, da in locazione una terra ad Aidante di Ponzanello. Nell’anno 1239, dicembre 23, Bonalbergo, in Pisa, dichiara di aver visto le lettere di Federico II imperatore nelle quali questi promette di custodire le case e le torri di Vezzano, Ponzanello e Fosdinovo. Nell’anno 1253 figurano uomini di Ponzanello che stipulano contratti, ma soprattutto emerge l’indicazione della tenuta Fatorensi e della tenuta Bibolensi. Nell’ottobre dello stesso anno Aldobrandino di Vezzano permuta alcuni suoi vassalli col vescovo Guglielmo. L’atto è fatto nella casa di Aidante. Nell’anno 1254, 6 maggio, Saladino di Fosdinovo vende a Martino di Moneta per 7 lire imperiali un fitto di 3 staia. L’atto è fatto in Ponzanello, davanti la chiesa di San Martino. Nell’anno 1254, nel giorno 4 ottobre, il vescovo Gugliemo nomina suo procuratore il Canonico Giacomo di Santo Stefano per concedere a Nicolò Fiesco, dei conti di Lavagna, i castelli di Tivegna, Castiglione, Bracelli e il bosco di Padivarma. L’atto è fatto a Ponzanello, nella chiesa nuova. Importante notare che vi fu l’interessamento di papa Innocenzo IV, Sinibaldo della famiglia dei Fieschi, nato a Manarola (Cinque Terre) nel 1195, che morirà poco dopo, il 7 dicembre 1254, dopo essersi interessato di far passare anche Manarola dal dominio del vescovo-conte al dominio dei Fieschi. Nella stesso anno, nel giorno 22 del mese di ottobre, il vescovo Guglielmo loca a Rapallo una terra vineata nel distretto di Barbazano. L’atto è fatto nella chiesa di Ponzanello. Nell’anno 1255 si notano molti atti, per le seguenti finalità:
marzo 4 - Attolino di Bibola vende al vescovo Guglielmo 7/4 del frumento che soleva riscuotere in Ponzanello. L’atto è fatto nella casa di Aidante di Ponzanello;
marzo 5 – il vescovo Guglielmo da ad Aldobrandino di Vezzano 40 soldi imperiali che gli doveva ancora per la vendita di alcuni vassalli. L’atto è fatto in ecclesia nova de Ponzanello.
marzo 12 – Mercadante vende al vescovo Guglielmo una terra nelle pertinenze di Vezzano,
in loco dicto Prato, cum olivis. L’atto è fatto in Ponzanello nella casa di Aidante;
marzo 29 – vendita di tre staia di frumento al vescovo Guglielmo da parte di Gerardo
Frumento di Fosdinovo. L’atto è fatto nella chiesa nuova di Ponzanello.
aprile 15 – Vivaldetto di Caprigliola promette di pagare la metà di uno staio di frumento
per alcune terre avute in affitto dalla curia lunense in Ponzanello. L’atto viene fatto nella
casa di Aidante e teste è il prete Bonavita di Ponzanello;
maggio 16 – vendita di tre staia di frumento fatta dal notaio Monpellerio di Sarzana al
vescovo Guglielmo. L’atto è fatto nella chiesa nuova di Ponzanello
magggio 29 – Curso di Donnisa e Ferino di Vivaldo vendono al vescovo Guglielmo quanto hanno in Ponzanello, fra cui una casa posta in loco dicto Ara. L’atto risulta fatto nella canonica della chiesa, presente il prete Bonavita di Ponzanello.
settembre 9 – Il vescovo Guglielmo libera alcuni servi della gleba dal pagare i debiti contratti durante la loro prigionia. L’atto è fatto nella chiesa di Ponzanello;
settembre 19 – Ugolino di Ponzanello e Gaidifero di Falcinello vendono al vescovo Guglielmo quel che possiedono in Ponzanello. Nell’atto si leggono molti toponimi agricoli, quali Scara, Posticio (luogo con sorgente), Vechieta, Secalaro, Cafadio Baruzoli, Carbonara, Tapilionica, Fossa lupara, Alavalentina. L’atto è fatto davanti la chiesa di Ponzanello;
ottobre 25 – il vescovo Guglielmo conferma la locazione che aveva fatto Riccadonna di Sarzana a Fornario di Ponzanello. L’atto è fatto davanti la chiesa di Ponzanello e teste è Aidante di Ponzanello;
ottobre 26 – il vescovo Guglielmo da in affitto a Bordano di Bolano tutto il podere che un tempo era di Alamanno di Malliola. L’atto è fatto nella chiesa di Ponzanello;
ottobre 28 – Il vescovo Guglielmo da in affitto a Viviano di Ponzanello un casamento che è posto nel borgo di Ara. L’atto è stato fatto nella casa di Aidante di Ponzanello;
dicembre 4 – Venuto di Ramondino vende al vescovo Guglielmo quanto ha in Ponzanello.
In atto del 2 settembre 1256 Vivaldo di Bolano cede al vescovo una terra in Acquadolce di Bolano,
per riaverla in livello (contratto di affitto medioevale). L’atto è fatto nella chiesa di Ponzanello. Nello stesso mese, il giorno 21, avvengono altri due atti di cessione a livello, nella stessa chiesa di Ponzanello. In atto del 12 agosto 1257 si stipulano atti fra il vescovo Guglielmo, Guglielmo Mascardi e altri nobili di Vezzano su alcune relevaglie (atti per il riconoscimento dei confini dei terreni, dopo forti alluvioni che avevano stravolti i confini dei terreni prossimi al fiume Magra). L’atto è fatto nella chiesa di Ponzanello. In atto del gennaio 1259 il vescovo Guglielmo, nel palazzo vescovile di Ponzanello, loca a Parentino dei poderi, a vantaggio del Comune di Montebello, mentre in atto del 22 luglio 1259 investe i nobili Bianchi di Erberia di tutti i loro antichi feudi, ed in successivo atto del mese di agosto, fatto nella chiesa di Ponzanello, vengono aggiunti nuovi capitoli agli statuti di Ponzanello. In atto del 1260, redatto nella chiesa di Ponzanello, gli uomini di San Terenzo ai Monti giurano obbedienza a Duzio, rettore della loro chiesa; in atto del 1266 il vescovo Guglielmo concede agli uomini di Albiano di fondare un borgo nel luogo detto Groppo. L’atto risulta fatto nella chiesa di Ponzanello, dedicata a San Martino. Nel 1267 i giudici di Ponzanello giurano lo statuto ponendo le mani ad sancta dei evangelia. Questo atto risulta fatto presso la porta del castrum, vicino al muro sottostante il pubblico parlamento, cioè la grande loggia.
In atto del 1270, fatto a Lucca, vengono ascoltati molti testi circa i diritti della curia lunense nel castello di Marciaso. Viene citato anche un Palmerio di Ponzanello. In atto del 30 aprile 1271 Fiordalina nomina il marito Opecino suo procuratore per trattare alcune cessioni al vescovo
Guglielmo. In atto del maggio 1271 Opecino di Castiglione vende al vescovo Guglielmo tutto il fitto che sua moglie Fiordalina riscuoteva ogni anno a Ponzanello. Nel 1273 il vescovo Enrico fece
una inchiesta fra gli anziani per conoscere le consuetudini, gli obblighi, le giurisdizioni dei castaldi, degli scari e dei saltari della curia lunense, in particolare di Sarzana, del castrum di Sarzana, del territorio di Pulica, Fosdinovo, San Terenzo, Ponzanello, Falcinello e la Brina. Castaldi, scari e saltari sono capi-servizio medioevali. Il castaldo (dal longobardo gastald) è un amministratore temporaneo, civile o militare, poi anche il capo di una corporazione delle arti; lo scaro o scarione (dalla voce germanica schergen) è un capo di agenti armati, da cui in italiano lo sgherro e lo sbirro; i saltari sono guardie per vigilare nei prati, nei campi, nei vigneti, nei frutteti, nei boschi.
In atto del 1275 figurano gli eredi di Gerardino Ferretti di Ponzanello; in atto del febbraio 1279, il vescovo Enrico fa radunare gli uomini del castello della Brina nella chiesa di San Blasio, per eleggere i capitani. Nell’atto vengono citate le cernie, cioè la costituzione delle milizie paesane composte di fanti scelti. Il comune di Ponzanello vi figura per XII uomini.
Dagli suddetti si apprende con stupore e soddisfazione che sotto il governo del vescovo-conte, anche le donne di Lunigiana godevano dei diritti amministrativi!
RICERCHE IN ALTRE FONTI
Circa Ponzanello, Pier Maria Conti, nel suo libro “Luni nell’Alto Medioevo” cita il toponimo Orzali, posto poco a settentrione del castello. Geo Pistarino, nel suo libro “Le pievi della Diocesi di Luni”, cita Ponzanello (Ponçanello) fra i castelli che hanno il palatium domini episcopi, cioè Bolano, Caprigliola, Castelnuovo e Carrara. La cappella de Ponçanello figura nelle decime pro subsidio Rengni Cicilie (1296-1297) e anche nella seconda raccolta (1298-1301), ma solo come esistenza della struttura. Egli riporta anche che la chiesa di Ponzanello fu costruita o ricostruita intorno al 1255, mentre dagli atti suddetti si conosce che la chiesa nuova era già utilizzata nell’anno precedente, per redigere atti. San Martino di Ponzanello viene citata in quelle cappelle che hanno conseguito la cura d’anime nell’ambito della antica pieve di Luni. Nelle somme versate nelle varie raccolte (1276 – 1296-97 – 1298-99 – 1303) vengono riportati soldi 13 per la cappella di Ponzanello, così come per la cappella di Fosdinovo, soltanto nella raccolta del 1303.
Presso l’Archivio di Stato di Genova, entrando attraverso il portale Topographia, si possono trovare le scanerizzazioni di molte carte relative alle controversie sul Bosco della Faetta, che confina con i territori di Ponzanello, Bibola e Falcinello, e soprattutto alle controversie di confine fra il Serenissimo Senato di Genova e il Signor Marchese di Fosdinovo.