I tesori della Pieve dei SS. Cornelio e Cipriano a Codiponte (Casola Lunigiana - MS).
Il primo documento che menziona questa antichissima Pieve è datato 8 gennaio 793: "transmontem ad Sanctum Cipriano". Seguono altre citazioni dei secoli XI, XII, e XIII come "plebis Sancti Ciptani in capite Pontis"(dal libro "Pievi di Lunigiana" di Olga Failla, Luna Editore, La Spezia).
Nel libro "Le Pievi della Diocesi di Luni" di Geo Pistarino, edito dall'Istituto Internazionale di Studi Liguri, è citata nel documento del 1148 come "plebem Sancti Cipriani de Capite Pontis", quindi in documenti del 1153, del 1202, 1278, 1297, 1303, nonché in successivi altri.
Nuove ipotesi sul "bestiario medioevale" dei bassorilievi: i canguri.
Nello studio delle rappresentazioni incise nei capitelli della pieve figura per due volte l’immagine di un animale che corrisponde, in termini formali, alle seguenti caratteristiche: coda lunga, gambe posteriori molti più lunghe delle gambe anteriori, posizione semi-eretta. Ovviamente lo scultore ha dovuto dare forma a elementi di un racconto tramandato oralmente come uno dei misteri dei luoghi più remoti della Terra. La doppia rappresentazione di questo animale rafforza inevitabilmente la volontà di trasmettere questa informazione. Finora non ho pubblicato questa informazione, perché, come disse il prof. Tiziano Mannoni nella Tavola Rotonda della prima sezione genovese del Convegno Internazionale “Astronomia – Un dibattito tra archeologi ed astronomi alla ricerca di un metodo comune” (Genova, 8-9 Febbraio 2002 – Sanremo, 1-3 Novembre 2002), quando si scopre per la prima volta un fenomeno, bisogna chiedersi se ne esistono altri analoghi, perché, “se così fosse, aumenterebbero moltissimo le probabilità di un fenomeno culturale. Questo è un allargamento che va fatto”.
Recentemente e’ stato pubblicato in Internet il PDF “Il mistero della rotta atlantica templare” di Vincenzo Pisciuneri, in cui viene citata la simbologia presente nella Pieve di Codiponte (erroneamente confusa con Capodimonte nel sommario) da me illustrata nel libro “Lunigiana e rotta atlantica dei Templari” e nel corso della dotta trattazione vengono citate tre notizie, importantissime per “far credere” all’arrivo di una simile informazione o attraverso i viaggi marittimi compiuti dai Templari o attraverso documenti presenti nelle antiche biblioteche di Alessandria, Pergamo, Cartagine o attraverso racconti di viaggiatori fenici, al servizio degli Egizi. La prima di queste informazioni tratta del ritrovamento di ossa di canguri nell’Oasi di Shiwa. La seconda di queste informazioni tratta che nella necropoli di Saqquara, nella tomba del faraone Unas (VI Dinastia) sono rappresentate scene di caccia di diversi animali, e fra questi i canguri. La terza informazione ci trasmette che disegni di canguri sono stati rinvenuti a Tell al-Amarna, la capitale voluta da Akhenaton, poi abbandonata all’epoca successiva del regno di Tutankhamon.
Da ciò sembra potersi dedurre che i Templari che governavano il passaggio dei pellegrini fra la Lunigiana e la Garfagnana, detti nelle pergamene di “Codeponte”(1277) e “de quo de ponte” (1278), fossero a conoscenza dell’esistenza, in una lontana terra, dei canguri, oltre che di altri animali strani, come il rinoceronte ed il cammello, animali presenti anche nella Pieve di Vendaso. Si noti che questa pieve, esistente in territorio del Comune di Fivizzano così come la Pieve di Codiponte, si trova sull’antica via medioevale che portava al Passo dell’Ospedalaccio, ove esisteva l’Ospitale dei Templari dedicato a san Leonardo. Per quella via ci si immetteva nella Valle del Secchia, denominata in alcune antiche carte come “Valle dei Cavalieri”.
Nello studio delle rappresentazioni incise nei capitelli della pieve figura per due volte l’immagine di un animale che corrisponde, in termini formali, alle seguenti caratteristiche: coda lunga, gambe posteriori molti più lunghe delle gambe anteriori, posizione semi-eretta. Ovviamente lo scultore ha dovuto dare forma a elementi di un racconto tramandato oralmente come uno dei misteri dei luoghi più remoti della Terra. La doppia rappresentazione di questo animale rafforza inevitabilmente la volontà di trasmettere questa informazione. Finora non ho pubblicato questa informazione, perché, come disse il prof. Tiziano Mannoni nella Tavola Rotonda della prima sezione genovese del Convegno Internazionale “Astronomia – Un dibattito tra archeologi ed astronomi alla ricerca di un metodo comune” (Genova, 8-9 Febbraio 2002 – Sanremo, 1-3 Novembre 2002), quando si scopre per la prima volta un fenomeno, bisogna chiedersi se ne esistono altri analoghi, perché, “se così fosse, aumenterebbero moltissimo le probabilità di un fenomeno culturale. Questo è un allargamento che va fatto”.
Recentemente e’ stato pubblicato in Internet il PDF “Il mistero della rotta atlantica templare” di Vincenzo Pisciuneri, in cui viene citata la simbologia presente nella Pieve di Codiponte (erroneamente confusa con Capodimonte nel sommario) da me illustrata nel libro “Lunigiana e rotta atlantica dei Templari” e nel corso della dotta trattazione vengono citate tre notizie, importantissime per “far credere” all’arrivo di una simile informazione o attraverso i viaggi marittimi compiuti dai Templari o attraverso documenti presenti nelle antiche biblioteche di Alessandria, Pergamo, Cartagine o attraverso racconti di viaggiatori fenici, al servizio degli Egizi. La prima di queste informazioni tratta del ritrovamento di ossa di canguri nell’Oasi di Shiwa. La seconda di queste informazioni tratta che nella necropoli di Saqquara, nella tomba del faraone Unas (VI Dinastia) sono rappresentate scene di caccia di diversi animali, e fra questi i canguri. La terza informazione ci trasmette che disegni di canguri sono stati rinvenuti a Tell al-Amarna, la capitale voluta da Akhenaton, poi abbandonata all’epoca successiva del regno di Tutankhamon.
Da ciò sembra potersi dedurre che i Templari che governavano il passaggio dei pellegrini fra la Lunigiana e la Garfagnana, detti nelle pergamene di “Codeponte”(1277) e “de quo de ponte” (1278), fossero a conoscenza dell’esistenza, in una lontana terra, dei canguri, oltre che di altri animali strani, come il rinoceronte ed il cammello, animali presenti anche nella Pieve di Vendaso. Si noti che questa pieve, esistente in territorio del Comune di Fivizzano così come la Pieve di Codiponte, si trova sull’antica via medioevale che portava al Passo dell’Ospedalaccio, ove esisteva l’Ospitale dei Templari dedicato a san Leonardo. Per quella via ci si immetteva nella Valle del Secchia, denominata in alcune antiche carte come “Valle dei Cavalieri”.